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venerdì 31 gennaio 2014

Giornalismo & Albo

Perché non possiamo abolire l’elenco dei Pubblicisti

di Marco Volpati

C'è chi sogna un Ordine dei giornalisti senza i pubblicisti. Ma sarebbe un rimedio peggiore del male. Le vie possibili sono due: tutti insieme in un unico elenco, #giornalisti e nient'altro, cioè todos caballeros, chiudendo gli occhi di fronte alle differenze di ruoli e di presenza; oppure estinzione dei pubblicisti attuali, con la scelta di non ammetterne più per il futuro.
La seconda via lascerebbe fuori dalla porta dell'Ordine e degli altri organismi di categoria, a partire dal sindacato, tante figure che a diversi livelli concorrono a fare informazione. Chi fornisce opinioni o contributi specialistici (pensiamo a politologi, sociologi e costituzionalisti che intervengono su temi politici, economisti, medici, informatici, e così via), e anche chi raccoglie in sede locale notizie e le fornisce sistematicamente ai mezzi di informazione.
C'è chi invoca, e non sono solo gli editori, l'esistenza del citizen journalism per dire che in tanti, nella società e sul web colgono, trattano e diffondono le notizie; troppi, secondo loro, perché se ne possa stabilire status professionale e definire una remunerazione.
È un inganno (o un abbaglio). Dobbiamo distinguere (dinsambiguare, direbbe un patito del web) tra il cittadino che coglie direttamente un fatto o un'immagine e la posta sul web (lui non è giornalista; più che fare informazione è fonte di #informazione), e chi, anche con tecnologie nuove, opera per conto dei media.
Marco Volpati
Consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti

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